Figurativo Moderno
Con figurativo moderno o figurativismo si intende quello stile pittorico e scultoreo degli artisti che, dal secondo dopoguerra in poi, hanno scelto di mantenere e rinnovare la rappresentazione artistica volta al reale e alla mimesi.
Il termine mimèsi deriva dal greco μίμησις (mìmesis) e ha il significato generico di “imitazione”, “riproduzione”; con la derivazione da μιμέομαι (miméomai) (rappresento) e mimos (mimo, attore) acquista il senso specifico di “rappresentazione teatrale”.
Il figurativo moderno si oppone alla scelta, preponderante dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, di abbandonare completamente la pittura e la scultura come forme d’arte, preferendo a queste l’arte concettuale, l’informale e le arti performative. L’arte figurativa moderna italiana nasce sulle ceneri del gruppo Novecento di Margherita Sarfatti, artisti spesso già appartenuti alle avanguardie e poi entrati sotto la protezione culturale del regime fascista. Alla sua caduta molti artisti divennero antifascisti e furono elevati nel panorama artistico nazionale, come Renato Guttuso, altri proseguirono ad operare seppur tacciati di aver lavorato per il regime da poco caduto, perdendo così notorietà, come lo scultore Arturo Dazzi.
Col ritorno, dopo la lunga prigionia, del maestro Aldo Carpi all’Accademia di Brera a Milano, in ambito lombardo nasce un nuovo impulso della pittura figurativa, come a voler creare un cenacolo artistico che ricostruisse l’atmosfera di Montmartre a Milano.
I pittori e gli scultori abbandonano gli stili dell’arte di regime (cancellando anche il meglio che si era prodotto) e si lasciano ispirare dalla pittura impressionista e paesaggista, da alcune forme di espressionismo e dallo stile di vita della pittura en plein air. In Italia questo stile sarà nel Secondo Novecento quello popolare e più vicino al linguaggio che la gente conosce, mentre la critica, alcune gallerie e le riviste d’arte prenderanno completamente le distanze da questo mondo creando una profonda frattura tra il mondo dell’arte e il gusto popolare.
Non tutti i prodotti artistici del figurativismo sono stati eccellenti, soprattutto quando è intervenuto il dilettantismo a corromperlo. Altri hanno raggiunto risultati molto elevati e oggi sono in corso di rivalutazione.
In particolare i prodotti nell’ambito dell’arte sacra contemporanea, sull’onda delle scelte in ambito artistico di Papa Paolo VI. Molte opere del figurativismo sacro sono esposte anche nella sezione di arte contemporanea dei Musei Vaticani o presso la stessa Collezione Paolo VI di Concesio (Brescia).
Tra i maggiori artisti del figurativo moderno del secondo Novecento, con diversi percorsi di vita, ma che hanno fatto della figura la loro materia d’arte, possiamo elencare: Piero Agnetti, Pietro Annigoni, Dina Bellotti, Floriano Bodini, Corrado Cagli, Aldo Carpi, Oreste Carpi, Felice Casorati, Primo Conti, Giovanni Battista De Andreis, Oscar Di Prata, Salvatore Fiume, Franco Gentilini, Renato Guttuso, Trento Longaretti, Stefania Massaccesi, Guido Marzulli, Fausto Pirandello, Valerio Pilon, Gian Piero Restellini, Mario Rudelli, Lello Scorzelli, Antonio Stagnoli, Amerigo Tot, Mario Venzo.